Tecnica Raku

Il Raku è una antica tecnica giapponese risalente al XVI secolo che serviva alla produzione di ciotole, vasi ed altri oggetti per la cerimonia del tè. Letteralmente raku significa “gioire il giorno” e richiama il concetto di armonia ed ordine che regna in tutte le cose secondo la filosofia Zen.

Da circa 40 anni questa tecnica ha subito in occidente diversi sviluppi e trasformazioni.

Il pezzo in argilla refrattaria bianca, dopo esser stato modellato, viene cotto una prima volta fino a 940°C per circa 4 -5 ore (foto1).
Successivamente avviene la decorazione attraverso colori specifici per questa tecnica, si utilizzano come base per i colori le cristalline a cui si aggiungono gli ossidi (foto2).

I pezzi colorati vengono posizionati nel forno per effettuare la seconda cottura, la cottura Raku. In questa fase la temperatura sale in circa 3 ore fino a 980°C (foto3).

Quando il colore diventa lucido e il pezzo è incandescente si procede all’estrazione. Il forno viene aperto e l’oggetto viene preso attraverso apposite pinze (foto4).

I pezzi estratti dal forno ancora incandescenti, a seconda del risultato che si vuole ottenere, possono venire sottoposti a diverse soluzioni che determinano esiti anche sorprendenti.
Le due principali tecniche raku sono l’ossidazione e la riduzione.

Coprendo il pezzo di materiale combustibile (fogli di giornale, trucioli, segatura ecc.) si provoca la riduzione di ossigeno permettendo agli ossidi contenuti nello smalto di manifestarsi e ottenere effetti iridescenti e metallici che non decido a priori, ma che la mia sensibilità decide in quei pochi istanti. L’oggetto viene poi astratto e immerso nell’acqua.

Lasciando all’aria il pezzo per alcuni secondi e soffiando con un cannello sullo smalto fino a farlo spaccare, per ottenere un effetto craquelè, si ottiene l’ossidazione (foto5).

In seguito il pezzo viene messo in segatura per l’annerimento affinchè il fumo evidenzi il craquelè (foto6).

Successivamente per bloccare il processo di ossidazione lo si immerge in acqua per raffreddarlo (foto7).

Infine i pezzi raku vengono lavati per togliere i residui del materiale combustibile utilizzato per l’annerimento (fogli di giornale, trucioli, segatura ecc.).

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